MTV EMA 2015: che vi aspettavate?

A più di una decade di distanza dalla loro ultima edizione sul suolo italico (nel 2004 a Roma), si sono tenuti il 25 ottobre scorso al Mediolanum Forum di Assago gli MTV Europe Music Awards, manifestazione europea di nome ma non di fatto, dato che pochissimo spazio viene concesso ai musicisti europei, cui è dedicato un premio per il miglior artista di ogni Stato europeo (in cui è trasmessa MTV, ovviamente), mentre i riflettori sono prevalentemente puntati oltreoceano, come dimostra la provenienza prevalente di nominati e vincitori. A condurre la serata la modella e attrice australiana Ruby Rose e il cantautore britannico Ed Sheeran, lui medesimo, peraltro, risultato vincitore dei premi «Best Live Act» e «Best World Stage».

Manco a dirlo, a rubare a tutti la scena è stato (…ancora?) il cantante canadese Justin Bieber, che si è portato a casa ben cinque premi: «Best Male», per la sesta volta di fila, «Best Look», «Best Collaboration», «Biggest Fans» e «Best Worldwide Act: North America». Dopo di lui, oltre a Sheeran, solo Shawn Mendes è riuscito ad aggiudicarsi due premi («Best New Act» e «Best Push»): i vari celebri e già pluripremiati One Direction, Coldplay, Rihanna, Macklemore, per citare qualche nome, hanno dovuto accontentarsi di un premio a testa. Le votazioni, effettuate dai fan dei rispettivi artisti sul sito ufficiale della manifestazione, costituiscono (o, almeno, dovrebbero costituire) l’unica maniera di decretare i vincitori. Tuttavia, il regolamento stesso, pubblicato da MTV, indica che la società «per qualsivoglia ragione che ritenga, secondo la propria discrezione, ragionevolmente necessaria, si riserva il diritto di selezionare i vincitori a propria discrezione». Ottima mossa, MTV, ma stando così le cose, c’è sempre il rischio che rimanga qualche dubbio.

Justin Bieber e i suoi premi. Credits: news.mtv.it.

Justin Bieber e i suoi premi. Credits: news.mtv.it.

Cosa dobbiamo ricordare, dunque, di questa ventunesima edizione (o, meglio, della cerimonia di premiazione, di cui è stata data possibilità di visione dalla stessa MTV) e cosa, invece, sarebbe meglio che si tentasse di dimenticare? Tante cose, nel bene e nel male. Certo, si è assistito a una memorabile versione di Con te partirò di Andrea Bocelli, vent’anni dopo la prima apparizione della canzone al Festival di Sanremo, affiancata poco dopo (purtroppo) da una improbabile cover di Just Give Me a Reason di Pink (feat. Nate Ruess), assieme a Tori Kelly. Unica soddisfazione (?) italiana, a vincere il «Best European Act» è il «nostro» Marco Mengoni (la cosa non può che renderci felici della piega che ultimamente sta prendendo la musica non solo da noi, ma in tutta Europa). Certo, si sono visti veri e propri animali da palcoscenico esibirsi al Forum d’Assago: in ordine di apparizione, tra gli altri, Macklemore, Jason Derulo, i Rudimental e Pharrell Williams. Ma non si può cancellare il ricordo dell’impronta che hanno lasciato ai posteri, fra il resto, l’improponibile vestito (uno degli innumerevoli) di spaghetti indossato da Ruby Rose e l’immagine, sul finire della cerimonia, di un Ed Sheeran visibilmente disfatto dal caldo, ma soprattutto dall’alcol: vederlo palesemente ubriaco (anche a detta della sua stessa collega) non può che farci meditare sul senso dell’intera manifestazione.

Occorre essere sinceri: la contemplazione della ieratica figura dell’emblema dell’ebbrezza, quale è stato Ed Sheeran a fine serata degli MTV EMA, finisce inevitabilmente per muovere a compassione non solo del giovane cantautore, ma dell’intera industria musicale che gli ammicca alle spalle.