I Grammys secondo Letteral-Mente.

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Domenica 8 febbraio si sono tenuti i Grammy Awards, i premi più ambiti nell’industria musicale internazionale. Come nel caso degli Oscars, vengono affidati da una giuria di esperti, membri della Recording Academy. Sono divisi in più di cento categorie, a seconda del genere musicale, ma noi ci occuperemo solo delle principali.

Ad aggiudicarsi il Grammy per la canzone dell’anno è stato Sam Smith, con la sua Stay with me. La vincita non era certo scontata, visto che tra le canzoni nominate c’erano ben due tormentoni, Chandelier di Sia e All about that bass di Megan Trainor. Sam Smith, ventiduenne londinese, è stato anche coronato miglior artista emergente e ha vinto nella categoria “record of the year” e “best pop vocal album“.

57th GRAMMY Awards - Press Room

Il premio per miglior album dell’anno è invece andato a Morning Phase di Beck. Musicista statunitense tra i principali esponenti dell’indie rock, Beck è attivo da una ventina d’anni e ha pubblicato ben 13 album, pur essendo quasi sconosciuto al grande pubblico. Durante la premiazione è stato bruscamente interrotto da Kanye West, il quale ha protestato dicendo che il premio avrebbe dovuto essere assegnato a Beyoncè. Avevamo già assistito ad un siparietto simile nel 2009, quando Kanye aveva interrotto il discorso di ringraziamento di Taylor Swift, vincitrice per il miglior video dell’anno: anche in quel caso secondo il rapper avrebbe dovuto essere premiata Beyoncè. Fortunatamente Beck l’ha presa sul ridere.

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Vi ricordate Happy, tormentone che ha fatto sorridere e ballare il mondo intero? Per questa canzone Pharrell ha vinto il Grammy nella categoria “pop solo performance”, mentre il premio per il miglior duetto è andato ai Great Big World, che hanno scritto e cantato con Christina Aguilera la struggente ballad Say Something.

Beyoncè ha vinto 3 Grammys, uno per il suo ultimo, omonimo, album e due per la canzone Drunk in love, che vede la collaborazione del marito Jay-z. In totale, la cantante ha vinto ben 20 Grammy, diventando così la seconda cantante donna più premiata nella storia di questo riconoscimento (la prima è Aretha Franklin).

Cheek to Cheek di Lady Gaga e Tony Bennett ha ottenuto il Grammy come miglior album pop tradizionale. Benché tra le nominations comparisse anche l’ultimo lavoro di Barbra Streisand, ci aspettavamo questo risultato (trovate la nostra recensione dell’album qui).

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Il premio per la miglior canzone rock è andato invece ai Paramore, per la loro Ain’t it Fun. Finalmente un riconoscimento per la band statunitense!

Ma quest’evento si distingue soprattutto per le performance live: da segnalare sono sicuramente quelle degli AC/DC, pionieri dell’hard rock, quella di Beyoncè, che si è esibita con una canzone religiosa, quella di Chandelier cantata da Sia, che per la promozione del suo ultimo album ha scelto di apparire sempre con il volto coperto e di lasciare spazio alla musica e alle coreografie. Madonna è apparsa provocatrice come sempre ma un po’ sottotono.

Nel complesso anche quest’anno i Grammy Awards si sono distinti per l’eleganza e la cura che hanno caratterizzato ogni performance e ogni momento della serata, dal red carpet al momento delle premiazioni. In più, danno spazio a molti artisti e generi musicali diversi, dal rap al gospel, alle canzoni per bambini. Alcuni ritengono che la giuria sia troppo conservatrice, poichè assegna i premi in base alla fama dei singoli artisti, senza considerare gli aspetti tecnici. Moltissimi musicisti che hanno “fatto la storia” della musica, infatti, hanno ricevuto poche statuette (basti pensare ai Queen o ai Rolling Stones). Nonostante ciò… noi aspettiamo già i Grammys del 2016, sicuramente sapranno ancora stupirci!

Informazioni su Elena F.

Ho 21 anni e studio Lettere Moderne. Ho fondato Letteral-Mente per condividere con voi la mia passione per la cultura, l'arte e la musica, sempre con un occhio attento alla cronaca e alla situazione politica attuale. Scrivo anche su lavocechestecca.com.

5 thoughts on “I Grammys secondo Letteral-Mente.

    • Buonasera Alessia, visto che non ci conosciamo mi permetto di darle dei “lei”, non del “tu”. Sono “direttore” di un blog di giovani studenti universitari, proprio come me, non certo de Il Fatto Quotidiano, lo so bene. Detto questo, qui esprimiamo le nostre idee in maniera libera (non essendo retribuiti da nessuno) e siamo aperti al confronto con tutti. Dunque, cosa le ha dato fastidio?

      • A una ragazzina non dò del lei. Non mi ha dato fastidio nulla in particolare però vedere una ragazza che non sa scrivere darsi del direttore è fastidioso. Impara da Sallusti e Feltri

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